L’intervento é posto all’interno di una zona industriale, fortemente frammentata e anonima, ove il “prefabbricato” prevale su qualsiasi  altro possibile gesto architettonico.

 

Il progetto proposto si inserisce in tale contesto urbano già costruito cercando di rompere gli stereotipati schemi tipologici caratteristici delle periferie industriali.

 

In questo senso, il nuovo edificio, (destinato a residenza unifamiliare dei proprietari dell’attività produttiva posta sul lotto adiacente in lato Est), attraverso l’uso di un linguaggio formale che non neghi la vocazione produttiva della zona, vuole superare i rigidi schemi costruttivi della residenza tradizionale residenziale.

 

Per far ciò, sceglie di inserirsi nel contesto edificato come “elemento nuovo e inconsueto” (ancorché rievocante archetipi tipici della cultura industriale lombarda), che rompe la monotona ripetitività  della trama standardizzata industriale, e aspira a porsi come momento riqualificante nel depauperato e frammentato panorama tipologico/architettonico della zona.

 

Dal punto di vista delle scelte progettuali assunte in relazione alla destinazione residenziale dell’edificio, l’impostazione del fabbricato ha privilegiato una fruizione “chiusa” verso i lati Ovest ed Est, dove sono posti rispettivamente : la strada, e l’edificio produttivo di proprietà, e “aperta” versa i lati Nord, su cui si affaccia la zona giorno che viene illuminata indirettamente dalle colline verso cui è esposta la grande vetrata da 36 mq., e Sud ove sono posti gli spazi destinati alle funzioni quotidiane quali cucina, camere figli e deck esterno.