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ArchiSTeA ARCHITETTURA SICUREZZA TERRITORIO e AMBIENTE
Marco Belotti Architetto
Eros Giannini Geometra
Un progetto partecipato
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"... la casa è di chi la abita ….”
Una casa, prima che una costruzione, è una visione, un’ idea, che mischia desiderio e sogno, che fa parte dell’immaginario di ognuno di noi e che è pensata, disegnata e, a volte, anche sognata, ancor prima di rivolgersi a un progettista.
Per questo l’incipit “… la casa è di chi la abita ….” è caro ad ArchiSTeA, visto che ricorda costantemente ai suoi associati che il professionista, pur utilizzando tutta la cultura e la sensibilità di cui dispone nel proporre tipologie architettoniche stimolanti e soluzioni funzionali adeguate, non deve mai prevaricare il suo ruolo di “guida e aiuto” al committente nel far emergere le sue attese e le sue aspirazioni abitative.
La risposta che ArchiSTeA, grazie alle competenze specifiche che ha maturato nel tempo, ha elaborato per soddisfare tale esigenza,è il “progetto partecipato”, definizione che individua la caratteristica distintiva con cui lo studio intende differenziarsi dagli altri operatori del settore, ed essere per questo scelto dai propri clienti.
Con “progetto partecipato” ArchiSTeA intende il processo di condivisione metodologica della “genesi progettuale e realizzativa” dell’intervento, che consente ai suoi committenti di concorrere e partecipare all’elaborazione della proposta edilizia/architettonica finale, da assumere e, successivamente, da attuare.
Se ci viene chiesto, certamente non ci sottraiamo a presentare una nostra proposta, ma riteniamo che la gratificazione di un cliente che partecipa alla definizione dell’abitazione in cui andrà a vivere, ripaghi (e lo ripaghi) ineguagliabilmente a rapporto concluso.
Nello specifico, il “progetto partecipato” prevede che la proposta emerga e si formi attraverso un confronto continuo e costruttivo in cui, da una parte, vi è l’esposizione delle esigenze, delle necessità e dei bisogni, ma anche delle aspettative, del cliente e, dall’altra, l’esperienza, le capacità e le competenze dello studio.
Procedendo quindi, attraverso la costante e continua verifica delle obiezioni emerse, in un confronto condiviso che porti all’adozione della migliore soluzione, progettista e committente definiscono insieme i percorsi, le funzioni abitative, le distribuzioni dei diversi ambienti, generando passo dopo passo lo spazio domestico intimo e confortevole migliore, e soprattutto, “su misura” per il futuro fruitore.
Ma non solo.
Ritenendo la direzione lavori una fase tanto importante e delicata, quanto almeno la progettazione, per ArchiSTeA il “progetto partecipato” si traduce anche nel necessario e ineludibile “maggiore impegno” che lo studio dedica alla fase attuativa dell’intervento.
E’ per questo che gli associati di ArchiSTeA durante l’esecuzione dei lavori, indirizzano una notevole parte del loro tempo ad una costante e assidua presenza in cantiere.
E’ fondamentale infatti, che il professionista incaricato di soprintendere la realizzazione delle opere, riconosca immediatamente eventuali errori o difetti di esecuzione che possano emergere nella fase attuativa, in modo tale da poterli correggere in tempo affinchè non si ripercuotano sul risultato finale o, peggio, sulla qualità futura della realizzazione.
Quello sopra descritto è certamente un “processo operativo” che comporta, sia per la committenza che per lo studio incaricato, un impegno più gravoso della norma, e di ciò ArchiSTeA ne è pienamente consapevole.
Ma, proprio per la specificità e l’importanza che la definizione del “prodotto edilizio” richiede (sia in termini di onere economico che di impegno mentale), ArchiSTeA pensa che il proprio metodo, elaborato e adottato, sia in ultima sintesi quello più corretto e sicuro per generare risultati architettonici e costruttivi di elevato valore estetico e qualitativo.