ArchiSTeA ARCHITETTURA SICUREZZA TERRITORIO e AMBIENTE
Marco Belotti Architetto
Eros Giannini Geometra
Palazzetto sport
NUOVO PALAZZETTO DELLO SPORT COMUNALE DI CHIUDUNO (BG)
ATTREZZATURA SPORTIVA
NUOVA REALIZZAZIONE
Progetto Realizzato
La realizzazione del nuovo Palazzetto dello Sport di Chiuduno nell’area degli impianti sportivi comunali, ha portato alla definizione di una struttura atta a svolgere non solo attività agonistiche e amatoriali rna anche disponibile per lo svolgimento di manifestazioni fieristiche e culturali.
In particolare, il programma di intervento ha previsto in fase di definizione generale, la definizione di due distinti ma connessi corpi di fabbrica, da realizzarsi in tempi diversi, che portassero a dotare, a completamento del programma, oltre alle dotazioni “standard” necessarie quali bagni, ambulatorio, bar, ecc., un palazzetto principale dotato di tribuna per circa 250 posti a sedere e una palestra di dimensioni più contenute, da utilizzarsi per le attività di preparazione ed esercizio fisico di livello minore.
Nell’approccio progettuale si cercato di utilizzare come elemento generatore e ritmante del prospetto, l’evidente asimmetricità della facciata principale, che deriva dalla differente scala dei due edifici.
In questo senso, il notevole impatto visivo dovuto alla imprescindibile solidità tipologica dell’edificio stesso, nonché il suo assoluto isolamento rispetto al contesto in cui calato (che, per altro, ne amplifica le misure), è stato risolto mediante una suddivisione in volumi netti e cadenzati, i quali succedendosi in un rigoroso ripetersi, spezzano la forte dimensione del complesso che al termine del programma di intervento dovrebbe avere una lunghezza complessiva di oltre 70 metri.
Così, come nella nota Cà Brutta di Giovanni Muzio realizzata a Milano nel 1922, e da cui il progetto trae spunto, anche nel presente intervento si inteso utilizzare l’apparente simmetricità dei fronti, unita alla ripetitività degli elementi volumetrici costituenti la facciata, resi particolarmente efficaci dalla scelta dei materiali e dalla profondità dei tagli separatori, come elementi fondativi del progetto.
I diversi colori dei blocchi in calcestruzzo lavorato “faccia a vista”, sono stati cosi definiti nell’intento di dialogare con valori cromatici tenui e ocra tipici delle terre e delle murature a secco locali realizzate in in pietra di Credaro.
La forma torruta degli elementi volumetrici costituenti la facciata che si alternano alle fessure finestrate, alludono a rivisitare in senso moderno le numerose presenze di epoca medioevale e di starnpo prevalentemente militare e fortificato presenti nella fascia pedecollinare di quasi tutti i centri di antica formazione della zona.